Continuando la serie di mostre alle Gallerie dell’Accademia dedicate a personalità artistiche particolarmente significative del nostro tempo, la scelta è caduta quest’anno, dedicato da Venezia ai “mille anni” del “suo” vetro, su Luciano Vistosi, uno dei rarissimi operatori in vetro che abbia attinto un magistero d’arte riconosciuto su piano internazionale. La formula sino ad ora adottata per siffatte manifestazioni, cioè la presentazione di un ristretto corpus di opere idoneo ad offrire un quadro storico plausibile dell’artista seguito da un largo numero di testimonianze recenti e possibilmente inedite è stata per l’occasione abbandonata. Si è infatti ritenuto pleonastico dopo la mostra tenuta a Ca’ Pesaro nel 1980, riproporre il curriculum di Luciano Vistosi nella sua interezza, preferendo porre l’accento sulla ultima sua produzione, contrassegnata da una dimensione plastica di inedita vitalità luminosa, scaricata d’ogni attributo realistico, ancorché tanto evocativa di una pacificata e pacificante iconicità naturalista. Che in quest’ultimo scorcio di tempo Luciano Vistosi abbia attinto un traguardo poetico di alta tensione creativa, lo indicano gli scritti di due tra i più attenti e sicuri testimoni del fare artistico contemporaneo, Giovanni Carandente e Giuseppe Mazzariol, che ringrazio per aver voluto patrocinare criticamente questa terza mostra d’arte contemporanea organizzata dalla Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici di Venezia.
Francesco Valcanover
Soprintendente ai Beni Artistici e Storici di Venezia